Sentiamo parlare sempre più spesso di sostenibilità, in tanti ambiti: negli spot dei prodotti biologici, durante la presentazione di un progetto di edilizia, nell’elenco degli obiettivi di un nuovo piano di business aziendale.
Ma come può un solo termine riguardare applicazioni così diverse?
La sostenibilità può riguardare settori, ma soprattutto, ambiti diversi.
I tre ambiti della sostenibilità
Come afferma l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, sono tre le dimensioni che riguardano uno sviluppo sostenibile:
- la sostenibilità economica: la capacità di un sistema economico di produrre reddito e lavoro in maniera duratura
- la sostenibilità ambientale: la tutela dell’ecosistema e il rinnovamento delle risorse naturali
- la sostenibilità sociale: la capacità di garantire che le condizioni di benessere umano siano equamente distribuite
La cultura della sostenibilità nelle imprese
Il punto di partenza per la creazione di una cultura della sostenibilità è inevitabilmente una spiccata sensibilità dell’azienda verso i temi che riguardano il sociale.
Le aziende tutte, oltre che a misurare le performance economiche, dovrebbero avere la piena consapevolezza degli impatti ambientali e sociali che la propria attività produce. Parliamo di quella che è definita Corporate Social Responsibility o Responsabilità Sociale d’Impresa.
La transizione verso la sostenibilità riguarda non solo gli applicativi tecnici e tecnologici di un’azienda, ma anche la mentalità e l’assetto valoriale che la caratterizzano.
La sostenibilità rappresenta per le imprese una leva di competitività. I consumatori stanno diventando sempre più attenti e sensibili a questo tema e cercano brand coerenti con il proprio sistema di valori.
Pertanto, le decisioni aziendali devono necessariamente tenere conto anche dei risvolti ambientali e sociali, oltre che seguire una razionalità economica.
Dati alla mano, ad oggi, sul territorio nazionale, le imprese più virtuose sono localizzate nelle province del settentrione, come pubblicato nel Rapporto Italia Sostenibile 2021 svolto da Cerved, che ha analizzato i livelli di sostenibilità delle imprese italiane dal punto di vista economico, sociale e ambientale.
Industria 4.0 ed economia circolare
La compresenza di sostenibilità ambientale, sociale ed economica è di fondamentale importanza per le imprese che hanno investito in un ripensamento delle abitudini produttive in ottica 4.0.
L’industria 4.0, oltre a diffondere gli ormai noti applicativi tipici della Smart Factory, è in linea con gli obiettivi di minimizzazione dello spreco, valorizzazione delle risorse e riutilizzo di quelle che apparentemente sembrano aver terminato il proprio ciclo di vita.
L’obiettivo è la creazione di un’impresa totalmente indipendente che non necessita di risorse dall’esterno. Per raggiungere un livello di autosufficienza sempre crescente, le risorse provenienti dall’esterno devono ridursi al minimo, dunque il fabbisogno della produzione viene prodotto, anzi riprodotto, in fabbrica.
Attraverso lo schema dall’economia circolare, basato sulle tre azioni “make, use and recycle” è possibile riutilizzare un prodotto nelle sue diverse componenti, individuando nuove applicazioni.
Le tecnologie abilitanti dell’industria 4.0 permettono di implementare efficacemente il concetto di economia circolare, grazie alla loro capacità di estendere la durata degli elementi nella catena di produzione e ridurre le inefficienze.
Gli incentivi per la sostenibilità nelle imprese
Nell’attuale scenario politico-economico, la sostenibilità è un tema centrale.
Il Governo ha, per questo, previsto un nuovo regime di aiuto per il sostegno, nell’intero territorio nazionale, di nuovi investimenti imprenditoriali innovativi e sostenibili.
La nuova misura “Investimenti sostenibili 4.0” finanzia programmi di investimento che prevedono:
- l’utilizzo delle tecnologie abilitanti afferenti al Piano Nazionale Transizione 4.0
- la diversificazione della produzione, funzionale a ottenere prodotti mai fabbricati in precedenza o al cambiamento fondamentale del processo di produzione di un’unità produttiva esistente ovvero alla realizzazione di una nuova unità produttiva
Sono incentivati gli acquisti di nuove immobilizzazioni materiali e immateriali che riguardino:
- macchinari, impianti e attrezzature
- opere murarie
- programmi informatici e licenze correlati all’utilizzo dei beni materiali
- acquisizione di certificazioni ambientali
Tra le soluzioni tecnologiche atte a rendere la produzione più sostenibile, la misura finanzia:
- soluzioni atte a consentire un uso efficiente delle risorse, il trattamento e la trasformazione dei rifiuti, compreso il riuso dei materiali, in un’ottica di economia circolare o a “rifiuti zero” e di compatibilità ambientale
- tecnologie finalizzate al rafforzamento di percorsi di simbiosi industriale attraverso, ad esempio, la definizione di un approccio sistemico alla riduzione, riuso e riciclo alimentari, allo sviluppo di sistemi di riciclo integrato delle acque e al riciclo delle materie prime
- sistemi, strumenti e metodologie per la fornitura, l’uso razionale e la sanificazione dell’acqua
- soluzioni in grado di aumentare il tempo di vita dei prodotti e di efficientare il ciclo produttivo
- nuovi modelli di packaging intelligente (smart packaging) che prevedano anche l’utilizzo di materiali recuperati
- sistemi di selezione del materiale multileggero al fine di aumentare le quote di recupero e di riciclo di materiali piccoli e leggeri
Ulteriori misure atte a favorire la sostenibilità del processo produttivo riguardano:
- l’introduzione di sistemi di monitoraggio dei consumi energetici
- una nuova installazione o la sostituzione di impianti ad alta efficienza ovvero di sistemi e componenti in grado di contenere i consumi energetici correlati al ciclo produttivo e/o di erogazione dei servizi
- utilizzo di energia termica o elettrica recuperata dai cicli produttivi
- installazione di impianti di produzione di energia termica o elettrica da fonte rinnovabile per l’autoconsumo
- soluzioni atte a consentire un miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici in cui è esercitata l’attività economica
Le agevolazioni sono concesse nella forma del contributo in conto impianti. In particolare:
- per i programmi di investimento da realizzare nei territori delle regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, il contributo massimo è pari al 60% delle spese ammissibili per le imprese di micro e piccola dimensione e al 50% per le imprese di media dimensione
- per i programmi di investimento da realizzare nei territori delle regioni Basilicata, Molise e Sardegna, il contributo massimo è pari al 50% delle spese ammissibili per le imprese di micro e piccola dimensione e al 40% per le imprese di media dimensione
- per i programmi di investimento da realizzare nelle regioni Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Trentino Alto-Adige, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto, il contributo massimo è pari al 35% per le imprese di micro e piccola dimensione e al 25% delle spese ammissibili per le imprese di media dimensione.