Mentre le imprese, supportate dalle azioni dei governi, investono per adeguarsi alla rivoluzione dettata dall’industria 4.0, è già tempo di guardare ad una nuova versione del paradigma produttivo, identificata col nome di industria 5.0.
Ma cosa si intende per industria 5.0?
Prima di conoscerne principi, scopi e benefici, ripercorriamo con la figura che segue, il processo evolutivo che ci ha condotti, nell’arco di circa 250 anni, alla quinta rivoluzione industriale.
Che cos’è l’industria 5.0?
Mariya Gabrie, Commissario europeo per l’innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù, definisce così l’industria 5.0:
“L’Industria 5.0 integra il paradigma esistente dell’Industria 4.0 evidenziando la ricerca e l’innovazione come driver per una transizione ad un’industria europea sostenibile, incentrata sull’uomo e resiliente. L’attenzione si sposta dall’azionista al valore degli stakeholder, con benefici per tutti gli interessati. L’Industria 5.0 cerca di cogliere il valore delle nuove tecnologie, fornendo prosperità oltre i posti di lavoro e la crescita, rispettando i confini planetari e ponendo il benessere del lavoratore industriale al centro del processo di produzione.”
L’industria rappresenta il settore trainante dell’economia europea. Secondo l’Eurostat, tra il 2009 e il 2019, l’industria ha costantemente rappresentato circa il 20% del PIL dell’Unione Europea, con il settore manifatturiero che produce circa il 14,5% del valore dell’economia europea.
Affinché l’industria continui a supportare la crescita dell’economia europea, è necessario che si adatti al cambiamento e sia continuamente orientata all’innovazione.
Big Data, IoT, Realtà aumentata, l’industria 5.0 incorpora tutte le tecnologie dell’industria 4.0, senza però tralasciare l’unicità dell’azione umana, creando un unico sistema integrato.
L’industria 4.0 ha posto le basi per un sistema produttivo digitalizzato e flessibile, ha permesso alle imprese (e continuerà a farlo) di essere più competitive ed efficienti, ma ha tralasciato la cura di aspetti di natura socio-ambientale altrettanto meritevoli di attenzione.
Dallo scalino più alto della scala gerarchica delle rivoluzioni industriali, l’industria 5.0 guarda all’innovazione in un’ottica non esclusivamente orientata al profitto, ma anche alla sostenibilità sociale ed ambientale dei progetti di innovazione tecnologica e digitale.
Per troppo tempo l’uomo e l’industria hanno sottovalutato, spesso per convenienza, gli impatti ambientali che le loro azioni producono, ma bisogna essere consapevoli del fatto che la sostenibilità a lungo a termine di qualsiasi azione non può prescindere dal tenerli in considerazione.
I principi dell’industria 5.0
Con l’industria 5.0 si introduce il nuovo modello dell’innovazione responsabile, volta a generare una prosperità non solo economica, ma anche e soprattutto destinata agli attori più ampiamente coinvolti nel processo, quali lavoratori, consumatori, la società in genere e l’ambiente.
La Commissione Europea nella pubblicazione dedicata all’industria 5.0, ne individua tre aspetti fondamentali:
- antropocentrismo
- sostenibilità
- resilienza
Antropocentrismo
L’industria 5.0 pone le esigenze e gli interessi dell’uomo al centro del processo produttivo e ciò si realizza non più domandandoci cosa potremmo fare con la tecnologia, ma interrogandoci su cosa la tecnologia potrebbe fare per noi. Anziché riflettere su come l’operaio possa adattare le sue capacità alla continua evoluzione della tecnologia, la riflessione si focalizza su come utilizzare la tecnologia per adattare il processo produttivo alle necessità dell’operatore.
È un’inversione di tendenza drastica rispetto al modo in cui siamo abituati a ragionare sull’impiego della tecnologia, ma chi riuscirà a farlo in anticipo, ne guadagnerà in termini di competitività.
Sostenibilità
Il concetto di sostenibilità a cui ci si riferisce in questo caso è quello di sostenibilità ambientale. Il riciclo dei materiali impiegati nella produzione, l’uso di energie rinnovabili, la riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti nell’atmosfera, sono azioni che rendono sostenibile nel tempo l’attività produttiva. È proprio qui che si coglie il forte legame tra l’industria 5.0 e l’industria 4.0, perché tecnologie abilitanti come l’AI e l’additive manufacturing possono giocare un ruolo chiave nella riduzione degli sprechi e nell’ottimizzazione dell’uso delle risorse.
Per raggiungere questi obiettivi, il primo passo da compiere risiede nell’acquisire la consapevolezza degli impatti che le attività industriali producono nell’ambiente. Le imprese devono maturare una responsabilità sociale che includa l’attenzione all’ambiente, alle esigenze degli stakeholder e della società tutta.
Resilienza
La resilienza, come abbiamo definito in questo articolo, quando riferita alle imprese in un contesto economico–produttivo, è “la capacità di adattarsi e riorganizzarsi in tempi brevi durante il corso di shock e di eventi non prevedibili, riducendo al minimo l’impatto negativo”.
La crisi globale indotta dalla pandemia ha palesato i limiti del sistema produttivo attuale; lo sforzo che oggi le imprese devono compiere è nella creazione strategica di catene del valore resilienti.
Benefici per i lavoratori
Come abbiamo già accennato in precedenza, l’approccio alla base del modello dell’industria 5.0, pone l’uomo e le sue esigenze al centro del processo di innovazione. La tecnologia è impiegata per supportare le attività umane e per creare un ambiente di lavoro inclusivo.
Il lavoratore non è più sostituito dal robot, ma dall’integrazione tra la tecnologia e le capacità umane, nasce la nuova figura dell’operatore 4.0. Sono già diversi i progetti di ricerca che hanno proposto nuove modalità di interazione tra l’uomo e le macchine e sono state individuate nuove categorie di operatori come il Virtual Operator (l’operatore che lavora con la realtà virtuale) o quello che è stato definito Super-strength Operator, in grado di potenziare le proprie capacità fisiche grazie all’uso di un esoscheletro.
La tecnologia può, inoltre, essere impiegata per garantire un maggiore livello di sicurezza degli ambienti di lavoro più ostili, apportando enormi benefici in termini di riduzione del numero di incidenti sul lavoro. Ma nell’industria 5.0 la sicurezza non è intesa solo come sicurezza fisica, ma anche mentale. L’obiettivo è creare ambienti di lavoro sicuri, in cui sia garantito il benessere dei lavoratori a 360 gradi.
Benefici per le imprese
Così come per i lavoratori, l’industria 5.0 assicura innumerevoli benefici alle imprese che ne osservano i principi e ne applicano gli strumenti.
Dalla capacità di attrarre e trattenere al proprio interno talenti, al risparmio energetico, alla maggiore resilienza.
Gli investimenti necessari per avviare un processo di transizione verso l’industria 5.0 potrebbero essere considerevoli, soprattutto per quelle imprese che ancora non hanno ancora effettuato il passaggio all’industria 4.0.
Come ogni cambiamento epocale, anche quello dell’industria 5.0 richiede coraggio, intraprendenza ed un’attenta pianificazione degli investimenti, ma sarebbero nettamente maggiori i rischi che le imprese potrebbero fronteggiare se ignorassero le attuali tendenze.