In questo articolo, abbiamo presentato le tecnologie abilitanti del Piano Nazionale Transizione 4.0.
Oggi invece parleremo della prima tecnologia abilitante, ossia la robotica collaborativa.
Per robotica collaborativa, nota anche come advanced manufacturing solutions, si intende un sistema di robot collaborativi interconnessi.
Grazie ai continui studi sulla robotica, siamo pronti ad affacciarci su un mare di robot che saranno sempre più diffusi sulle linee per alleviare la fatica, ridurre le ore di lavoro e i tempi di esecuzione degli operatori. Tra qualche anno, probabilmente i cobot saranno in grado di pensare da soli e riprogrammarsi in base alle esigenze produttive.
Murphy Robin, nel libro Introduction to AI Robotics, definisce i robot intelligenti come «creature meccaniche che possono funzionare autonomamente». In particolare, creature perché capaci di attuare il processo di decision making in modo autonomo con percezione, azione e ragionamento, meccaniche perché sono assemblati dall’umano.
Tutto questo oggi è diventato possibile grazie a sensori sempre più potenti e intelligenti e software automatizzati capaci di gestire i movimenti dei robot evitando collisioni. Essi riescono a capire le mosse da compiere, attraverso l’imitazione delle azioni dei colleghi umani.
Un robot è intelligente quando ha mobilità, percezione sensoriale, un sistema nervoso centrale digitale, una fornitura di energia e una comunicazione tramite voce e gesti.
Lo sviluppo della robotica collaborativa contribuisce a generare nuove frontiere d’interazioni uomo-macchina che impatteranno sulla struttura organizzativa del lavoro.
Il potenziale della robotica collaborativa
In un’industria sempre più 4.0, la robotica intelligente e collaborativa è diventata essenziale ed è per questo che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha inserito questa tecnologia nel nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0.
I robot collaborativi, anche chiamati “cobot“, sono una specie più recente, pensata per accompagnare l’operatore umano nelle attività lavorative più complesse.
I cobot, infatti, sono piccoli e agili, non sono ingombranti e hanno bisogno di piccoli spazi. Inoltre, sono usati per svolgere tutti i compiti più pericolosi, noiosi e pesanti senza fatica e con accuratezza. Essi, sono impiegati principalmente nei trasporti, nell’uso di macchinari, attrezzature elettriche e computer. Si stima che entro il 2025 i processi produttivi saranno automatizzabili e integrati quasi completamente con la robotica collaborativa.
Le caratteristiche principali che differiscono dalla robotica tradizionale è il vantaggio di avere finalmente una collaborazione reale con l’umano nello stesso spazio lavorativo e, inoltre, l’aspetto favoloso di poter imparare direttamente sul campo le lavorazioni da compiere avendo come maestro l’operatore della linea di produzione. Una soluzione che permette di ridurre costi per gli interventi dei tecnici e programmatori.
Come avviene l’interazione Uomo-Cobot
Per ottimizzare le prestazioni e aumentare la sicurezza durante il processo produttivo, è possibile eseguire un monitoraggio real-time sia dell’uomo che dei cobot attraverso delle reti di sensori installate nelle aree di lavoro condivise oppure tramite dispositivi abilitati alla fruizione della realtà aumentata.
Stiamo parlando di luoghi completamente connessi in cui soluzioni di Internet of Things e intelligenza artificiale aiutano la robotica collaborativa ad addestrarsi seguendo le azioni dell’uomo in molteplici modalità produttive.
In un certo senso, anche l’uomo può trarre vantaggio da questa collaborazione.
Dal canto suo, l’operatore umano ha capacità cognitive, si occupa dello sviluppo, dell’addestramento, della gestione delle diverse applicazioni, e di svolgere delicate manovre che richiedono precisione estrema. I robot collaborativi, invece, forniscono all’uomo la possibilità di compiere azioni ultra veloci, che richiedono maggiore forza e accuratezza. Ciò avviene grazie all’analisi in real-time di una grande mole di dati provenienti da diverse fonti, adeguandosi a nuovi scenari di Situation Awareness.
Quali sono le sfide future di ricerca sulla robotica collaborativa
Parlare di futuro è un paradosso. Ci siamo già dentro. Le attività di ricerca e sviluppo sulla robotica collaborativa si concentreranno maggiormente sul rendere i robot sempre più sensibili alle situazioni ambientali circostanti e sul potenziamento delle capacità di osservare e decidere autonomamente. L’intelligenza dei cobot da sola non basta, la vera arma che ne proclamerà il successo sarà l’interazione che riuscirà ad instaurare con l’uomo.
La richiesta di robot collaborativi è in crescita esponenziale. Oggi rappresentano poco più dell’1% della produzione di un’azienda, ma ben presto almeno la metà dei processi aziendali sarà automatizzata grazie ai cobot che potranno garantire prestazioni impensabili per le sole capacità umane.
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